Il monito di Ferdinando II, il pragmatico
Il re delle due Sicilie, Ferdinando II di Borbone (1810-1859), fu una delle più incisive personalità che il Sud produsse. Sovrano originale e anticonformista, era di un pragmatismo unico, manifestato in diverse occasioni, come quando bacchettò i Padri Scolopii a piantare lattuga al posto di rare piante esotiche..Ecco qualche perla di concretezza:
“Il mio popolo si governa con tre F, cioè forca, feste e farina”
Era un re testardo e non si sottometteva a ragioni, anche evidenti. Era manesco e trascendeva volentieri a vie di fatto. Gli piaceva far scherzi, per lo più grossolani. Ma era anche un uomo dai gusti semplici. Sposato in seconde nozze a Maria Teresa d’Austria, facevano vita ritirata e domestica, tanto che lo stesso Ferdinando osò pronunciare:
“Terè, a poco a poco finimmo cu servirci nui stessi”
Una volta, giunto a Bagnara nel cuor della notte, non volle ospitalità presso i signori del luogo che gli avevano preparato ogni cosa più comoda e lussuosa con grandi spese e sacrificio, ma andò a dormire all’unico alberghetto del paese, modestissimo, e all’oste che gli aveva messo sul letto della biancheria fine, ordinò di levarla dicendo:
“No, no, questa non è biancheria ordinaria che dai a tutti i viaggiatori.
Io voglio essere trattato come tutti gli altri”
In un’altra occasione, giunse in visita a Catanzaro e andò a vedere il collegio dei Padri Scolopii. Qui, dopo avergli mostrato il museo di storia naturale, importante specialmente per una collezione rara di conchiglie, padre Giovinazzi, professore della materia, gli additò da una finestra il sottostante ricchissimo orto botanico, con una raccolta notevole di piante esotiche, ma il re non se ne mostrò soddisfatto e disse:
“Mettetece ‘e lattughe, che sarà meglio!”
(Fonte: La fine di un regno, De Cesare)
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