Fioriscono sotto il cielo terso e l’aria salmastra della Costa Brava, i giardini lungo il celebre Camin de Ronda – una rete di sentieri che per 255 chilometri costeggia la costa spagnola affacciata sul Mediterraneo, da  Portbou, al confine con la Francia, fino a Blanes – fornendo l’occasione per fare del sentierismo mozzafiato e un tuffo tra acque di rinomata limpidezza. Lungo il percorso si stagliano, infatti, scogliere scoscese e spiagge sabbiose, piccole cale nascoste e pittoreschi borghi di pescatori. Il Jardín Botánico Cap Roig a Calella, uno splendido parco colmo di 1.200 specie vegetali con una vista spettacolare sul Mediterraneo, ospita piante e fiori di varietà esotiche, tropicali e subtropicali che si distribuiscono su diverse terrazze digradanti sul mare: al centro del parco sorge il castello del colonnello Woevodsky e di sua moglie Dorothy Webster, grande appassionata di botanica e giardinaggio. Fu lei a scegliere il luogo in cui nel 1927 iniziò la costruzione della loro sontuosa dimora, fu sempre la nobildonna di origine inglese a progettare diverse situazioni botaniche di grande effetto: la Terrazza delle Monache, il Giardino degli Innamorati, la Scalinata dei Cipressi, tutti caratterizzati da un forte accento architettonico. Proseguendo verso sud, si fa tappa ai giardini di Santa Clotilde, progettati nel 1919 da Nicolau Maria Rubió i Tudurí per volere del Marchese di Roviralta. Incastonati su di una spettacolare scogliera, rendono bene lo spirito che animava la grande borghesia catalana dei primi del ‘900, l’anima produttiva e industriale della Spagna che metteva in mostra il proprio status sociale commissionando grandi palazzi e giardini ai migliori architetti dell’epoca, nel segno della modernità. L’impianto è quello rinascimentale italiano: giardini terrazzati, rampe di scalinate ammantate d’edera, sentieri prospettici che si intersecano con ampi parterres panoramici, busti marmorei che enfatizzano la pomposità del progetto, distribuito su più di 20.000 metri quadrati di superficie. Filo conduttore omnipresente è l’acqua, presente in movimento nelle tante fontane e archi zampillanti, e anche in forma statica, riversata nei vari stagni strategicamente ubicati lungo il percorso. A Blanes, posta a metà strada tra Girona e Barcellona, l’industriale tedesco Karl Faust nel 1921 ha ambientato il Giardino Botanico di Marimurtra. Un parco d’acclimatazione nato con vocazione scientifica di studio, catalogazione delle specie e tutela delle piante a rischio di estinzione, e oggi considerato il miglior sito botanico del Mediterraneo. In questo microcosmo di vita, capace di riunire cinque continenti in sedici ettari di estensione, convivono numerose specie esotiche. Il giardino si divide in tre ambiti — tropicale, temperato e mediterraneo — organizzati per comunità vegetali —«fitoepisodi»— di differenti luoghi del mondo. Contiene cactus e piante provenienti dalle zone aride del Sudafrica e dell’America Centrale,  piante subtropicali di grandi dimensioni come palme, araucarie e cycas; stagni con collezioni di piante acquatiche;  varietà medicinali,  tossiche e aromatiche;  collezioni di felci tipiche delle montagne catalane. Marimurtra si contende però lo stupore dei visitatori con un altro giardino botanico poco distante, quello di Pinya de Rosa. Voluto da Ferran Rivière nel 1954 riunisce 7.000 varietà vegetali tra cui cactus, opunzie, agave e aloe con fioriture scaglionate durante tutto l’anno. Il momento più giusto per visitarlo è comunque il tramonto: alcuni dei grandi fiori delle piante grasse si aprono a quest’ora per offrirsi in pieno splendore durante tutta la notte.

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